Denis Urubko sul Nanga Parbat: un nuovo capitolo di alpinismo autentico

05 giugno 2025



Ci sono uomini che cercano la verità nella fatica, nell’altitudine, nel silenzio delle grandi pareti. Denis Urubko è uno di loro. Alpinista straordinario, uomo di poche parole e gesti radicali, torna oggi a sfidare l'altissima quota con un nuovo obiettivo che ha il sapore dell'impossibile: aprire una via inedita sulla parete Diamir sul Nanga Parbat (8125 m), una delle vette più temute e affascinanti dell'Himalaya. 

Al suo fianco, come sempre, la compagna Maria "Pipi" Cardell. Nessuna cordata numerosa, nessun supporto in quota, nessun ossigeno supplementare: solo determinazione, esperienza e uno stile puro, essenziale, che riflette pienamente la filosofia Kayland. 

Kayland sostiene questa impresa con convinzione, perché nel nostro DNA ci sono le sfide autentiche, quelle che uniscono etica, tecnica e visione. Imprese come questa non nascono per stupire, ma per esplorare ciò che ancora non è stato tracciato.  

Urubko non è nuovo a questo tipo di approccio. Dopo aver completato i 14 ottomila senza ossigeno già nel 2009, ha continuato a cercare nuove vie e nuove stagioni per scrivere la sua idea di alpinismo, che è anche un'idea di coerenza. Lo ha fatto aprendo vie, affrontando prime invernali, compiendo salvataggi a oltre 6.000 metri, senza mai perdere il contatto con la propria etica. 

La scelta di tornare sul Nanga Parbat, già salito nel 2003 per la via Kinshoffer, rappresenta un ritorno simbolico ma anche un rilancio di intenti. Dopo l'incidente sul Gasherbrum I che lo ha tenuto lontano dagli 8000 per due anni, questa spedizione è un nuovo inizio. Un modo per dimostrare, ancora una volta, che l'alpinismo è prima di tutto una questione di libertà, purezza e pensiero verticale.  

Kayland è al fianco di Denis Urubko perché crediamo in questo approccio. Crediamo che la performance non sia solo una questione di numeri, ma di scelte. E che ogni passo, ogni salita, ogni nuovo progetto racconti qualcosa di più profondo: un modo di essere, un modo di vivere.  

Seguiamo da vicino questa nuova impresa, consapevoli che, qualunque sia l'esito, sarà un contributo prezioso all'alpinismo contemporaneo.  

Perché il futuro dell'outdoor è fatto di persone che hanno il coraggio di tracciare nuove linee. Proprio come Denis Urubko.